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Parigi celebra i 150 degli impressionisti, pensate davvero di conoscerli?

La mostra al museo d’Orsay ce li racconta come mai prima dal 26 Marzo al 14 Luglio 2025. Fu lo studio del fotografo Nadar a ospitare Sisley, Pissarro, Monet, Cézanne, Renoir, Degas a tanti altri divenuti meno celebri. Era il cuore del movimento impressionista

Giacomo Pisanodi Giacomo Pisano   
Parigi celebra i 150 degli impressionisti, pensate davvero di conoscerli?

Rompere la monotonia di ritratti stereotipati, vincere la noia di interni tutti uguali, guardare le cose in modo più vero e reale. Sono questi i pensieri che hanno animato un gruppo di artisti nella Parigi di fine Ottocento al punto da renderli dei rivoluzionari. Quando la loro idea si tradusse in pittura la moderna la città francese si rivelò tutt’altro che moderna e condannò senza appello quelle opere in apparenza poco accurate e altrettanto poco celebrative.

Uno sguardo nuovo

Quel gruppo di amici, rifiutati dall’elitaria accademia parigina decisero di esporre i loro lavori in una mostra indipendente. Era il 15 aprile 1874 e ancora non sapevano di aver contribuito a cambiare le sorti della visione artistica internazionale consegnandosi a un successo destinato a durare fino ai nostri giorni. Fu lo studio del fotografo Nadar a ospitare Alfred Sisley, Camille Pissarro, Claude Monet, Paul Cézanne, Auguste Renoir, Edgar Degas a tanti altri divenuti meno celebri. Questo è il cuore del movimento impressionista e di una concezione del colore, dello spazio, della luminosità, completamente diverse da quanto si era mai visto. La natura, grande protagonista, è vissuta a pieno con la pittura all’aperto, non al chiuso di uno studio, ma in modo immersivo. La luce, le oscillazioni che il vento trasforma in movimento per alberi e piante sono oggetto di indagine, le stesse persone sono colte nella verità del loro dinamismo, in azione, o assorte nell’ambiente con la stessa impercettibile vibrazione. I contorni si fanno sfumati, solo in apparenza confusi, per regalare invece l’illusione della mobilità, del gesto naturale, della vita stessa.

150 anni e non sentirli

C’è una ragione se tutt'oggi i rari pezzi firmati dagli impressionisti ancora in circolazione vengono battuti a cifre esorbitanti dalle case d’asta. Il loro linguaggio riesce a sorprenderci ed emozionarci in un mondo frenetico che del movimento non ha fatto virtù artistica ma imperativo economico. Eppure, davanti alla quieta distesa di fiori, acqua e persone che compongono queste tele l’animo trova un momento di stasi contemplativa, avvertendo un piacevole tepore. “Paris 1874, inventer l'impressionnisme” è la grande esposizione organizzata dal Musée d’Orsay e dalla National Gallery of Art di Washington che fino al luglio 2025 permetterà al pubblico di riscoprire le origini di uno stile apprezzato e replicato fino ai nostri giorni. La mostra non è solo un percorso estetico ma una vera indagine sulle motivazioni storiche, artistiche e personali che hanno spinto i ribelli di Parigi a inventare un modo nuovo di guardare il mondo.

Centrotrenta opere e tanti capolavori tra cui: “Classe de danse” di Edgar Degas, “La lecture” di Berthe Morisot e “Une moderne Olympia” di Paul Cézanne, oltre che naturalmente Renoir e Monet. Un’occasione unica per salutare i 150 anni di une delle correnti artistiche più prolifiche e germinali per altri movimenti a venire. Per assaporare in modo ancora più profondo la loro arte la mostra offre al pubblico anche un’esperienza immersiva con il progetto “Un soir avec les impressionistes” che, grazie alla realtà virtuale, proietta i visitatori nelle atmosfere parigine di quegli anni creativi e pieni di fascino.

 

Giacomo Pisanodi Giacomo Pisano   
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