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Anselm, la storia dell'artista tedesco che ha obbligato la Germania a fare i conti col suo passato

Il regista tedesco Wim Wenders firma il documentario in 3D sulla vita e le opere di Anselm Kiefer. Un racconto per immagini delicato e suggestivo che racconta la vita e le opere di uno degli artisti contemporanei più amati e conosciuti

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
Anselm, la storia dell'artista tedesco che ha obbligato la Germania a fare i conti col suo passato

Hanno vissuto insieme la rinascita della Germania dopo la seconda guerra mondiale, hanno dovuto fare i conti con un popolo, il loro, che si era macchiato di gravissimi crimini contro l'umanità, sono cresciuti sulle macerie di un'Europa devastata eppure pronta a ricostruire il suo futuro: Wim Wenders, regista, e Anselm Kiefer, pittore e scultore, sono riusciti a trasformare in arte e poesia il senso di colpa della Germania del secondo dopoguerra: il loro incontro è oggi un bellissimo, spettacolare film in proiezione da pochi giorni nei cinema di tutta Italia.

"Anselm", documentario su Anselm Kiefer firmato da Wim Wenders, non è solo un film: è un racconto per immagini delicato e suggestivo che racconta la vita e le opere di uno degli artisti contemporanei più amati e conosciuti al mondo. Lo straordinario lungometraggio, realizzato in due anni tra Germania, Francia e Italia, è reso ancora più speciale grazie alla visione in 3D, tecnologia molto cara al regista tedesco che nel 2011 ci ha regalato altri due documentari in tre dimensioni, "Présence", mediometraggio presentato alla Biennale d'arte contemporanea di Venezia sull'artista francese Claudine Drai, e "Pina", sulla celebre coreografa e ballerina tedesca Pina Bausch: la profondità delle immagini ci porta a immergerci nell'opera visionaria di Anselm Kiefer, negli spettacolari paesaggi in cui ha riversato i suoi studi, la sua riflessione e la sua poetica e che ci ha portato a rileggere la nostra storia recente.

Kiefer è nato a Donaueschinge, cittadina della Germania sud occidentale, l'8 marzo 1945, due mesi prima che la Germania firmasse la sua resa mettendo così fine alla guerra; dopo aver abbandonato gli studi giuridici per dedicarsi all'arte, ha iniziato un percorso di riflessione sulle responsabilità del suo paese nella seconda guerra mondiale. Celebri e criticatissime le sue "Occupazioni", una serie di foto realizzate negli anni giovanili in cui Kiefer posa con il bracco teso nel saluto nazista in luoghi simbolo della guerra: una assunzione di responsabilità davanti ai crimini di cui si è macchiata la Germania, come se l'artista volesse porre a se stesso le domande ancora senza risposta di un popolo intero. Dai primi anni Settanta Anselm Kiefer inizia a creare opere grandissime, lavori monumentali che escono dalle pareti per occupare capannoni e spazi aperti: sono installazioni e pannelli dal forte impatto che esplorano i dilemmi della storia, del mito, dell'esistenza umana, quasi sempre paesaggi e rovine dove la figura umana è assente ma suggerita da citazioni e rimandi a poesia, religione, misticismo e filosofia.

Tra le opere più celebri in Italia i Sette Palazzi Celesti, grandiosa installazione permanente che si può vedere gratuitamente all'Hangar Bicocca di Milano: sono sette torri alte fino a 19 metri realizzate con blocchi di cemento armato in cui l'artista ha inserito grandi libri e cunei in piombo, oltre a vetro, reti e altri materiali grezzi. I Palazzi Celesti sono ispirati dall'antico trattato ebraico “Libro dei Palazzi/Santuari” che risale al V-VI secolo dopo Cristo che descrive il cammino spirituale di chi cerca di avvicinarsi a Dio; chi percorre la sala ha la percezione di trovarsi in un luogo desolato e malinconico ma allo stesso tempo ricco di pace e serenità, una rappresentazione delle rovine della Terra capaci però di accogliere un nuovo inizio. 

I Sette Palazzi celesti (da wikipedia.org)

Il film "Anselm" è in proiezione nei cinema italiani dal 30 aprile; oltre allo stesso Kiefer che si racconta, vediamo in scena suo figlio Daniel che interpreta l'artista da giovane, mentre Anton Wenders, nipote di Wim, è l'artista da bambino. Il film, arricchito da immagini di repertorio, sceglie di partire dalle opere in un continuo rimando tra passato e presente, poesia e realtà per rappresentare al meglio la vita e il genio di un artista che ha fatto dell'arte uno strumento potentissimo per rileggere la storia e riappacificarci con il nostro terribile passato. 

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
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