Zerocalcare: "Quello che succede qui non ha precedenti". La fantastica svolta del Maam dove convivono arte e senzatetto
Il Comune di Roma ristrutturerà il Museo dell’altro e dell’altrove nello stabilimento occupato per un progetto di edilizia popolare e un centro culturale senza eguali. Lo illustra il sindaco Gualtieri. Accordi in corso. E il direttore Giorgio de Finis indica il futuro
Sulla via Prenestina alla periferia est di Roma l’ex salumificio Fiorucci occupato da quindici anni è un luogo di grande vitalità e unico e lo annunciano i murales lungo la strada: in questo stabilimento vive una sessantina di famiglie di provenienze varie, emigrati, rom, persone in difficoltà nel trovare casa, e al contempo il sostegno di oltre 800 artisti lo ha riempito di circa 900 di opere di ogni formato e colore lasciate in dono. Graffiti, rappresentazioni fantastiche, sculture, maschere bizzarre, superfici variopinte popolano spazi dove un tempo si producevano insaccati. L’ultima opera è arrivata ad aprile: è una versione del ciclo del “Terzo Paradiso” regalato dalla - Cittadellarte-Fondazione Pistoletto di Michelangelo Pistoletto.
Zerocalcare al Maam: “Un posto super di sperimentazione”
Questo luogo speciale si chiama Maam – Museo dell’altro e dell’altrove di Metropoliz – città meticcia e per il quindicesimo compleanno gli attivisti hanno organizzato una tre giorni, dal 12 al 14 aprile, anche per festeggiare le nuove prospettive. “Non capisco un cazzo di arte contemporanea, c’è bisogno di qualcuno che me la spieghi – ha confessato Zerocalcare invitato a un incontro nell’affollato stanzone. "Spesso tra il mondo dell’arte e chi cerca di cambiare le cose dal basso ho percepito un muro difficile da superare. Le stesse forme artistiche se non stanno in luoghi patinati sono degrado, dentro una galleria automaticamente salgono di livello e questo mi ha sempre messo in difficoltà”. Al contrario, riconosce, il Maam “mi ha sempre colpito, mi impressiona, è un posto super di sperimentazione, non si incontra tutti i giorni. Le due anime di questo posto non si sono divorate a vicenda: non si è piegata l’arte a una forma trinariciuta di una ideologia, non si è neanche prodotto il contrario”.
Il fumettista: “Questione abitativa e arte, qui un circolo virtuoso”
“Ormai il Maam ha un riconoscimento nazionale se non internazionale – commenta ancora Zerocalcare - e non ha messo da parte la questione abitativa: le due parti non si sono mangiate a vicenda ma hanno innescato un circolo virtuoso. Quanto succede qui per me non ha precedenti, mi pare molto bello che a Roma possa esistere un’esperienza di questo tipo, di salvaguardia”.
Il progetto del Comune, accordi in corso
L’attivista Margherita Grazioli, intervistando il fumettista romano davanti al pubblico, sintetizza una novità probabilmente senza eguali: “Per riqualificare il museo e ricostruire il Comune ha preso un impegno forte e mai fatto in Italia né, a quanto sappiamo, in Europa. La fabbrica avrà case popolari non solo per chi abita qui ma anche per chi attende un alloggio di edilizia popolare”. A conferma del progetto il sindaco Roberto Gualtieri, gli assessori alla cultura Miguel Gotor e quello al Patrimonio e alle politiche abitative Tobia Zevi, hanno fatto tappa nell’ex salumificio nei giorni della festa di Metropoliz. L’accordo in corso è tra la proprietà dell’area, l’assessorato al Patrimonio del Comune, la Regione Lazio e la Prefettura e comprende il risarcimento sancito da un tribunale alla proprietà stessa per il mancato sgombero.
Giorgio de Finis: “Appartamenti popolari e presidio culturale”
“Non si tratta semplicemente di dare casa a queste persone per l’emergenza abitativa e mettervi un presidio culturale – spiega il direttore artistico del Maam nonché ideatore del Rif – Museo delle periferie Giorgio de Finis a Tiscali Cultura – Gualtieri parla esplicitamente di un progetto da valorizzare tutti insieme”. Il percorso burocratico e amministrativo è particolarmente complesso. “Sì, lo è e dovrebbe terminare entro il 2024 procedendo a ritmo serrato – prosegue il direttore – Il Comune ha negoziato con il privato, dimostratosi disponibile, prevede di ristrutturare l’intero edificio riservando circa 150 appartamenti popolari di cui una parte andrà ai residenti di Metropoliz. I privati progettano i lavori e consegnano chiavi in mano tutto al Comune che diventerà il proprietario”.
Una novità in Italia e, forse, in Europa
Il Maam cosa diventerà? “Non sarà più un museo autonominato ma del Comune, pubblico, con un suo budget, comodo e fruibile”. De Finis conferma: un passaggio simile è unico. “È una novità. Anche se la letteratura è piena di spazi industriali gestiti da artisti che hanno interessato le amministrazioni per salvarli, in Italia non è mai successo che un movimento che occupa ottenga questo riconoscimento. In Europa, non ci risulta”.
Il direttore: “Così cambierà il Maam, sono ottimista”
D’altro canto, ricorda, il Maam “ha una rete di supporto legata ai movimenti, alla cultura underground, a università, ad artisti, ha rovesciato il modo di pensare un museo”. In futuro sarà diverso: “Rimarranno delle opere, capiremo poi quali. Il Maam racconterà anche la propria storia, dovrà rappresentare la vittoria della lotta e aprirsi ad altro, avrà temi legati al sociale, dall’immigrazione alle emergenze del pianeta”. Com’è adesso non sarebbe durato? “No, le cose ferme muoiono, devono trasformarsi. C’è tanto da lavorare, anche con l’istituzione, sono molto ottimista e tranquillo, il progetto ci dà tanta energie”.
Gualtieri: “Dal Maam solidarietà, risposta al disagio abitativo e arte”
L’ottimismo riecheggia nelle parole di Gualtieri al Maam davanti a tanti cittadini: “Questa originalissima realtà ci ha impegnato in un’analisi molto complessa. Stiamo cercando di rigenerare la città e non riguarda solo gli edifici e le strade, riguarda come si vive a Roma. Che riesce a produrre anche miracoli. Qui il combinato disposto di una struttura fatiscente, occupata, e di un laboratorio culturale e sociale così avanzato e innovativo è una realtà straordinaria. Quindi merita di non essere affrontata in modo burocratico e di essere aiutata. Il Maam unisce solidarietà, supporto al disagio abitativo e una innovazione capace di attrarre artisti e critici. È un laboratorio fecondo”.
Il sindaco: “Iniziamo un percorso virtuoso”
Tra le pareti multicolori e i macchinari dismessi dello stabilimento occupato al Maam il sindaco guarda ai prossimi passi: “Un percorso virtuoso mette insieme le istituzioni, la proprietà con diritti che non possono essere elusi, le persone che ci vivono, la comunità che una volta a settimana apre uno spazio espositivo e fa convivere l’abitare con l’arte contemporanea e la creatività”.
Tutto ciò “merita uno strumento amministrativo ad hoc: noi siamo disposti a trovare una sintesi. La compresenza qui di Metropoliz e della proprietà dimostra sensibilità e intelligenza, auspico un risultato straordinario. Invitiamo tutti a mettersi in gioco”. Infine, conclude Gualtieri, “occuparsi al tempo stesso di emergenza abitativa, di riqualificazione urbana, di politiche sociali e di cultura contemporanea è una grande sfida e un’opportunità”. Applausi scroscianti salutano le parole del sindaco.
Quel luogo dove emigrati e rom convivono con l’arte: un museo speciale nell’ex fabbrica occupata.
Clicca qui per l’intervista a Giorgio de Finis nel gennaio 2023