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La clamorosa uscita di scena di Yoko Ono: la moglie di John Lennon amata e odiata e l'influenza sui Beatles

Il suo nome è legato a quello di suo marito e compagno di tanti progetti musicali e battaglie per i diritti e la pace. Con New York ebbe un legame indissolubile tra arte, musica e provocazione. L'artista novantenne lascia la città e si ritira nella tenuta in campagna. La sua vita ha segnato l'arte e la musica degli ultimi 50 anni

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
Foto di Earl McGehee
Foto di Earl McGehee

Nel mondo dell'arte e della musica esistono poche figure odiate e allo stesso tempo amate come quello di Yoko Ono: performer, artista concettuale, musicista raffinata e sperimentatrice di suoni d'avanguardia, il suo nome è legato indissolubilmente a quello di John Lennon, suo marito e compagno di tanti progetti musicali e battaglie per i diritti e la pace. Dopo una vita trascorsa a far parlare di sé tra arte, musica e attivismo Yoko Ono ha scelto di ritirarsi dalle scene: lascerà la sua amata New York, la città dove ha vissuto negli ultimi settant'anni, e si ritirerà nella zona di Franklin, a Sud Est di New York, nella tenuta che comprò con il marito nel 1978. Non è un trasferimento temporaneo: come afferma il Daily Mail l'artista giapponese, 90 anni compiuti appena pochi giorni fa, ha problemi di salute e necessita di assistenza quotidiana, le sue condizioni non sarebbero più compatibili con la permanenza nel grande appartamento del Dakota Building, dove visse con John fino alla sua morte e dove ha vissuto finora.

Yoko e John di fronte al Dakota Building

Da Fluxus al Bed-In

La vita di Yoko Ono ha segnato l'arte e la musica degli ultimi cinquant'anni a partire dalle sue prime esperienze con Fluxus, il collettivo d'avanguardia nato nell'America dei primi anni Sessanta, e fino alle ultime produzioni musicali sempre in bilico tra rock, pop, sperimentazione ed elettronica. Impossibile elencare le sue tante opere iconiche: dal libretto “Grapefruit, un libro di istruzioni e disegni”, un surreale manuale di meditazione stampato per la prima volta in 250 copie nel 1964 con disegni e ripubblicato anni dopo (l'ultima edizione è quella Mondadori del 2005) a “Bottoms”, film sperimentale del 1966 che mostra in primo piano le natiche nude di persone che camminano su una passerella (La Swatch ne ha fatto un orologio trent'anni dopo), fino ai lavori più recenti, i “Wish Tree”, alberi dei desideri installati in parchi e giardini di tutto il mondo, e oggi anche diventati virtuali grazie all'iniziativa di Sean, figlio di John e Yoko, per il novantesimo compleanno della madre. Ono ha spaziato dalla performance alle videoinstallazioni, dal teatro alla sperimentazione sonora all'arte concettuale mostrando una straordinaria e originale visione dell'arte come mezzo per raccontare le contraddizioni del contemporaneo. Ha fatto proprie le battaglie per i diritti delle donne (uno degli ultimi progetti è "Arising", installazione fotografica realizzata con il contributo di tantissime donne di tutto il mondo vittime di violenze e pregiudizi), per l'ambiente e per la pace. Indimenticabile il suo "Bed in", una settimana dopo il matrimonio con John, in cui insieme al neosposo ha ricevuto i giornalisti di tutto il mondo per parlare della pace in pigiama nella camera da letto di Amsterdam dove trascorrevano la luna di miele.  

John e Yoko ad Amsterdam per il Bed-In

La ballata di John e Yoko

Il percorso musicale di Ono si muove in parallelo con quello di John Lennon: si conobbero a una mostra di Yoko nel 1966 e si sposarono due anni dopo diventando una delle coppie più iconiche e discusse del mondo musicale negli anni Settanta e Ottanta. Per alcuni il nuovo Lennon post Beatles è merito di Yoko: “La sua influenza su John ha reso la sua musica più interessante – ha detto Wayne Coye, leader della band statunitense Flaming Lips. - Ha aperto la sua mente all'avanguardia e ha sperimentato cose che non erano normali, piuttosto che solo vecchie canzoni rock'n'roll. Gli ha dato un'altra vita come artista, una versione completamente diversa di lui”. Per altri, soprattutto per gli irriducibili fan dei Beatles, Yoko influenzò negativamente John e fu la causa della rottura con la band, tanto che la sua figura è diventata quasi un esempio quando si parla di donne che hanno condizionato il percorso di un gruppo.

 Dal jazz al rock, un viaggio musicale lungo sessant'anni

Yoko ebbe comunque una vita artistica oltre a John, collaborando negli anni con musicisti di fama mondiale dai generi diversissimi, da Ornette Coleman a Eric Clapton a John Cage a Patti Smith. Oggi la musica di Ono è stata riscoperta, riletta, reinterpretata e remixata anche in chiave dance; pochi mesi fa è uscito anche un tributo, “Ocean Child: Songs of Yoko Ono” firmato da musicisti vari. Innegabile che l'omicidio di John Lennon, avvenuto l'8 dicembre di 43 anni fa proprio davanti al Dakota Building per mano di Marc David Chapman, abbia spezzato la vita di Yoko, che da quel momento ha continuato a creare e comporre nel ricordo del marito proseguendo i progetti artistici e le battaglie per la pace e l'ambiente che avevano intrapreso insieme.

Non sappiamo se l'addio a New York sarà anche l'addio definitivo agli infiniti impegni artistici e sociali, quel che è certo è che l'eco della sua eccentrica e singolare creatività risuonerà ancora a lungo. 

 

Francesca Mulasdi Francesca Mulas   
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