La storia di Margaret Keane: per decenni il marito la ingannò e la costrinse all'anonimato. Il processo
La pittrice è scomparsa a 94 anni. Celebrata da Andy Warhol e dal jet set americano, nel 1986 accusò l'ex di frode. Margaret convinse i giudici dipingendo in meno di un'ora uno dei celebri ritratti dagli occhi grandi, Walter Keane si rifiutò di prendere il pennello in mano
E' conosciuta in tutto il mondo come la pittrice dei grandi occhi, ma l'americana Margaret Keane ha raggiunto la celebrità anche per la sua singolare vicenda personale: nel 1986 portò l'ex marito in tribunale denunciandolo per averle rubato la paternità delle sue opere. I giudici raggiunsero il verdetto dopo aver messo entrambi alla prova, e Margaret dimostrò davanti alla corte di riuscire a dipingere in poco meno di un'ora uno di quei ritratti tanto celebri, mentre Walter Keane si rifiutò di prendere il pennello in mano. Con grande coraggio l'artista, vera autrice delle opere, dimostrò di essere vittima di una frode e riprese in mano la sua vita e la sua arte. Si chiudeva così, con la condanna dell'ex marito, l'inganno di un uomo che per decenni aveva preso i meriti e il successo della moglie, costretta a dipingere in incognito senza mai apparire in pubblico.
Margaret Keane è scomparsa lo scorso 26 giugno a 94 anni per una insufficienza cardiaca a Napa, in California, portando con sé quel suo stile unico che dagli anni Sessanta ha smosso il panorama artistico americano dimostrando che l'arte può essere davvero accessibile, popolare e universale. Quei ritratti di bambini e bambine dagli occhi grandi e tristi hanno infatti raggiunto una grandissima popolarità in maniera spontanea, senza particolari riconoscimenti dalla critica ma con un vastissimo successo di pubblico; di lei Andy Warhol disse “Beh, se piace tanto alla gente vuol dire che un valore artistico ci dev'essere... se piace non può essere brutto”, confermando ancora una volta uno dei principi della Pop art, cioè che il talento non è solo quello certificato dall'accademia ma può anche trovare spazio al supermercato con riproduzioni su poster e cartoline. Le opere di Margaret, ritratti di bambini e donne dall'aspetto dimesso con grandi occhi profondi, spesso densi di nostalgia e tristezza, influenzarono per anni la cultura di massa, l'editoria per bambini, il mondo dei cartoni animati (uno su tutti, la serie delle Superchicche creata nel 1998 da Craig McCracken).
Una vita dedicata alla pittura
Peggy Doris Hawkins, vero nome di Margaret Keane, nacque a Nashville, nello stato di Tenessee, nel 1927; mostrò subito una grande passione per il disegno e quel suo tratto distintivo dei grandi occhi sui ritratti. I suoi lavori iniziarono a circolare grazie all'attività di promozione del suo secondo marito, Walter Keane, ma se in un primo momento la donna accettò che dipinti e disegni venissero presentati a nome dell'uomo, nel 1979 Margaret denunciò la frode fino ad arrivare alla corte federale delle Hawaii che emesse il verdetto nel 1986, costringendo Walter Keane a risarcire la ex moglie con 4 milioni di dollari per danni morali e materiali.
I ritratti dei vip
Da allora l'artista di Nashville ha continuato a dipingere senza sosta catturando anche l'attenzione del jet set americano: nell'elenco delle celebrità che le hanno chiesto un ritratto, esibito con orgoglio sul sito web ufficiale keane-eyes.com, ci sono John e Caroline Kennedy, il sindaco di San Francisco George Cristopher, e poi le attrici e attori Natalie Wood, Kim Novak, Joan Xeawford, Jerry Lewis e la sua famiglia, Dean Martin ed Helena Bonham Carter. Il ritratto di Zsa Zsa Gabor è stato venduto all'asta il 14 aprile 2018 per la cifra di 45 mila dollari.
L'incontro con Tim Burton
E, a proposito di ritratti, negli anni Novanta il regista Tim Burton commissionò a Margaret il ritratto di Lisa Marie, sua compagna tra il 1993 e il 2001. Alcuni anni dopo lo stesso Burton firmò la regia di “Big Eyes” sulla singolare vicenda artistica e personale della Keane, interpretata da Amy Adams: il film, per la verità non tra i capolavori del regista americano, contribuì a far conoscere la storia di Margaret in tutto il mondo e a mostrare quei ritratti dai grandi occhi tristi. Ma negli ultimi anni la malinconia è svanita da quegli sguardi, lasciando spazio a un'espressione di serenità e pace. "Mi piace fare gli occhi - disse Margaret poco dopo quel verdetto che le restituì le sue opere - credo che li dipingerò sempre".