Il discolo Maurizio Cattelan torna ad Arte Fiera con il suo “Stand abusivo”. Foto e link alle mostre a Bologna
Dal 2 al 4 febbraio con la manifestazione e con ArtCity la città diventa una festa per un’arte attuale e multiforme. Molti i giovani in prima fila. Qui trovate una selezione nella miriade di proposte
Nel 1974 Bologna battezzò la prima volta di “Arte Fiera” con dieci gallerie d’arte contemporanea. Da venerdì 2 a domenica 4 la manifestazione festeggia i 50 anni di vita con i due padiglioni 25 e 26 della Fiera affollati. Dunque un bel percorso che viene accompagnato da una autentica festa dell’arte del nostro tempo in giro per tutta la città con una Notte bianca, sabato, dove è tutto un turbinare di iniziative in altre istituzioni, gallerie, luoghi sorprendenti o poco noti. In gran parte frequentati da un pubblico giovanile, gli appuntamenti offrono un ventaglio ampio di idee, molte mostre in città naturalmente proseguono ben oltre il fine settimana e il coinvolgimento della città è forse il merito più alto che la manifestazione si è guadagnata.
Detto che i due padiglioni alla Fiera con i vari stand delle gallerie si spartiscono di solito il territorio pur senza confini netti, uno in prevalenza con artisti già sicuri e storicizzati e molti del ‘900, l’altro più votato all’oggi e alle sorprese, che il direttore artistico di Arte Fiera è il 53enne Simone Menegoi, la sarabanda di opere costituisce una ottima occasione per sentire quale aria tira nel Paese. Al di là dell’indirizzo di mercato, che manda in sollucchero e in fibrillazione addette e addetti ai lavori, qui si può intuire quali umori, sogni e paure coviamo dietro le apparenze.
Nella fotogallery con questo servizio trovate un ritrtatto della gallerista Lia Rumma perché venerdì 2 alle 18.45 nell’area Talk della Fiera riceve il Premio Agamc 2023 alla carriera, ovvero il riconoscimento assegnato dall’Associazione nazionale gallerie d’arte moderna e contemporanea. La sua galleria è a Napoli e a Milano. Lia Rumma opera dagli ’60 insieme al marito Marcello, presto scomparso, si trasferisce nella città campana nel 1970 e ha sempre sostenuto e promosso artisti oggi riconosciuti dall’Arte povera al Minimalismo e nomi come Anselm Kiefer, Marina Abramovic, Gino De Dominicis, William Kentridge.
Tra le numerose iniziative, vale segnalare l’installazione della peruviana Daniela Ortiz “Tiro al Blanco” nel padigione 25 prodotta da Arte Fiera e su invito della Fondazione Furla: l’opera, con performance, vuole essere una “riflessione critica sull’egemonia del Nord sul Sud del mondo e in particolare sulla centralità che l’industria militare ha avuto e ha tutt’ora nel rafforzamento di questa supremazia”. A cura di Bruna Roccasalva.
Le performance si tengono venerdì, sabato e domenica alle 14, alle 16 e alle 18.
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Il ritorno del discolo Maurizio Cattelan
Quest’anno tra i padiglioni di Arte Fiera risalta un’iniziativa che ripesca un Maurizio Cattelan d’annata con “Mutina for Art” curata da Sarah Cosulich per l’azienda Ceramiche Mutina di Fiorano, nel modenese, d’intesa con la Fiera medesima. Infatti l’artista più discolo dei nostri anni nel 1991, quando era ancora ben poco conosciuto, fece un’incursione non autorizzata alla manifestazione e qualcuno lo notò: installò uno “stand abusivo” con un improbabile tavolino su cui era rappresentato un campetto di calcio come strategia di promozione di una squadra formata da migranti. La vena dissacrante affiancata da una spiccata attenzione alla cosa pubblica si vedeva già.
Sarah Cosulich ripesca quindi un Cattelan noto a pochi nel progetto “Because” includendo “Untitled”, un acrilico del 1991, e un pezzo recente, la scultura in marmo di un gatto nero accanto a un dipinto astratto, “It” del 2023. L’effetto curiosità è garantito.
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“SKMP2” ripensa ai protagonisti italiani degli anni ’60 e ‘70
Curiosa la rivisitazione sulla sperimentazione nell’arte italiana di fine anni ‘60 della Galleria il Ponte, tra gli stand in Fiera. Anni di ricerca e discussioni infuocate. Con il titolo “SKMP2 – Sargentini, Kounellis, Mattiacci, Pascali, Patella” proietta un film omonimo e presenta il gallerista Sargentini e opere degli artisti coinvolti nel film-progetto di Luca Maria Patella.
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Art City, è viva la città
Diversi e variegati gli appuntamenti. Una miriade. Ne indichiamo alcuni, altrimenti non la finiremmo mai. Fondamentale è Art City Bologna 2024, programma istituzionale promosso dal Comune con BolognaFiere in occasione della Fiera che vede alla direzione artistica Lorenzo Balbi e il coordinamento del Settore Musei Civici Bologna. Sabato 3 è il momento della Notte bianca, diventata un classico.
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“Voglio essere l’ultima” con l’Accademia
L’Accademia di belle arti ha un programma molto vivace e fitto ad Art City con “Ababo”. Sabato alle 21, alle 22 e alle 23 propone nella settecentesca Aula magna di Palazzo Bentivoglio “Voglio essere l’ultima. Voci contro la violenza”: interpreti, incluse studentesse e studenti, leggono brani dal libro “Ferite a morte” di Serena Dandini accompagnate da una performance, partecipa Alessandro Bergonzoni, mostra i suoi disegni in tema del docente e artista Gianluca Costantini.
“Ababo” comprende mostre, conferenze, tra cui un convegno sul restauro dell’arte contemporanea (un vero rompicapo, spesso) a partire da venerdì primo febbraio alle 10 in Aula Magna fino a domenica 4. Sei studentesse e studenti dell'istituto hanno uno stand con loro opere ad Arte Fiera. Tra altre iniziative: la collettiva “it rains, it snows, it paints” da Zu.Art giardino delle arti della Fondazione Zucchelli.
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La coscienza di 13 artisti
La fondatrice e presidente del progetto “Do ut do” , Alessandra D’Innocenzo, propone una riflessione sul tema della coscienza con 24 opere di 13 artisti dislocate in tre sedi espositive, quali Artefiera, con uno stand curato dall’architetto Mario Cucinella, la Galleria Stefano Forni e, a San Lazzaro di Savena (Bo), alla Fondazione Cirulli che sostiene il progetto arrivato alla sua ottava edizione. Tra gli autori il duo Ornaghi e Prestinari, un emergente come Luca Blumer, nomi storici come Luigi Ontani e Nino Migliori
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Corpi, antenati e radiografie con Meredith Monk e voci
Nel dormitorio del Pio Istituto delle Sordomute Povere, la cui Fondazione in questo caso collabora con il Mambo / Settore Musei civici, si tiene “Bloodline Shrine” installazione video con cinque monitor intorno a una delle più originali artiste del pianeta, la compositrice, cantante, regista, coreografa e danzatrice statunitense Meredith Monk. A cura di Caterina Molteni, eseguito da Meredith Monk & Vocal Ensemble, fino a domenica 4, “Bloodline Shrine” propone “un ensemble a cinque voci che esegue estratti dall’opera Cellular Songs (2018) a cui l’installazione faceva originariamente da accompagnamento”. Sui monitor si alternano “immagini di volti, antenati, radiografie mediche e dettagli fisici”. Anche questo appuntamento rientra in Art City.
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Guardando Morandi (Giorgio, naturalmente)
Cinque iniziative guardano a Giorgio Morandi, il pittore delle bottiglie, della quiete apparente e delle cose scabre, a 60 anni dalla sua morte. In questo quinquetto, oltre a tre disegni dal periodo metafisico nella sua casa-museo natale, in via Fondazza, come progetto speciale del Settore musei civici per Art City 2024 il Museo Morandi propone “Morandi’s Books”, 21 foto e un video di Mary Ellen Bartley su libri di autori amati (Corot, Ingres, Piero della Francesca, Rembrandt, Cézanne per esempio) e oggetti appartenuti all’artista, oggi conservati proprio in via Fondazza. A cura di Alessia Masi
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“Morandi’s Objects. Le fotografie di Joel Meyerowitz”, a cura di Giusi Vecchi, è la mostra alle Collezioni comunali d’Arte di Palazzo d’Accursio: 17 scatti dei 23 donati al Museo Morandi di vasi, ciotole, bottiglie, pigmenti, brocche, fiori secchi, conchiglie, imbuti, annaffiatoi inquadrati dal fotografo nordamericano nella stanza dove il pittore ha vissuto.
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Ludovica Carbotta sta bene così
Nella Sala delle ciminiere del Mambo - Museo d’arte moderna di Bologna espone Ludovica Carbotta con “Very Well, on My Own”. A cura di Lorenzo Balbi con Sabrina Samorì, è un progetto realizzato con il sostegno della Direzione generale creatività contemporanea del Ministero della cultura nell’ambito di Italian Council. Il tema, dice la nota stampa, è tra l’altro l’esplorazione del rapporto tra individualità e spazio urbano. Installazioni, foto, sculture.
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La “ardentissima passione” di Properzia e di Lynda
“Lynda Benglis e Properzia de’ Rossi: Sculpitrici di capriccioso e destrissimo ingegno” è la mostra al Mambo - Museo d’arte moderna di Bologna, curata da Lorenzo Balbi con Giulia Pezzoli, che confronta Properzia de’ Rossi (Bologna, 1490 circa – 1530), considerata la prima donna scultrice nella storia dell’arte nonché unica donna ad avere una biografia nelle Vite di Giorgio Vasari, e Lynda Benglis (Lake Charles, Louisiana, 1941), scultrice statunitense di origini greche. Per Vasari Properzia de’ Rossi fu scultrice per estirpare all’universo maschile il “vanto della superiorità” e avrebbe descritto la sua “ardentissima passione” per l’amante invece che per il marito in una formella raffigurante l’episodio biblico di Giuseppe e la moglie di Putifarre.
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I nuovi talenti secondo Zucchelli
La Fondazione Zucchelli, con uno Stand ad ArteFiera e a Zu.Art giardino delle arti, organizza la mostra con le vincitrici e i vincitori del concorso Zucchelli per talenti dell’Accademia di belle di Bologna con “it rains, it snows, it paints”, a cura del collettivo Parsec. Fotografie, video, sculture, pittura e performance.
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Cogli l’attimo con le foto nella cripta
“A Single Moment - L’effimero eterno della fotografia” raccoglie una trentina di foto in bianco e nero della bolognese Anna Caterina Masotti nella Cripta di San Zama a cura di Alessia Locatelli, in un “un percorso immersivo e multimediale” e, da quanto si può vedere nel materiale stampa e online, con una ricerca fotografica niente affatto scontata.
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Gli occhi di Tuttofuoco
Nella Sala convegni della Banca di Bologna a Palazzo De’ Toschi espone Patrick Tuttofuoco con la mostra “Abbandona gli occhi”. A cura di Davide Ferri, con opere nuove e recenti dell’artista nato nel 1974 e che usa materiali industriali e sintetici come il neon, il ferro e la plastica.
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I quadri radiocomandati dei Canemorto
Lo spazio Alchemilla a Palazzo Vizzani propone il trio di artisti Canemorto in “The Painting Race” a cura di Antonio Grulli: “The Painting Race prevede la messa in scena di sei 'quadri radiocomandati' provvisti di ruote, disposti all’interno di un circuito chiuso che attraversa tutte le sale dello spazio espositivo”, spiegano le note stampa.
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Studi di giovani artisti nel palazzo del ‘600
La Fondazione Collegio Artistico Venturoli, per sabato 3 dalle 16 alle 23, presenta “Open Studio”, aprendo al pubblico gli studi di cinque giovani artisti nel palazzo di fine ‘600 che hanno ricevuto dalla Fondazione stessa una residenza artistica iniziata nell’autunno del 2023.
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Da Malevič a Hockney e Samorì a casa Golinelli
La Fondazione Golinelli Centro Arti e Scienze Golinelli propone la mostra “I Preferiti di Marino”, fino al 2 giugno: una scelta dalla collezione di Marino Golinelli che va dalle Avanguardie del primo ‘900 con artisti come Kazimir Malevič e Giacomo Balla fino ai nostri decenni con, tra altri, David Hockney, Tony Oursler, Lucy e Jorge Orta, Candida Hofer, Emilio Isgrò, Nicola Samorì.
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