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“Grave la censura del David nella scuola Usa, ma avviene già nei social media”. Parla la storica dell’arte Cristina Acidini

La studiosa commenta il licenziamento della preside in Florida per aver mostrato foto della scultura in classe: “È un fenomeno che avviene anche nei social media, è gravissimo dire che l’opera è controversa. Bisogna affermare che certe opere non sono modificabili”

Stefano Milianidi Stefano Miliani   
David Michelangelo Accademia Firenze
Il David di Michelangelo nella Galleria dell'Accademia a Firenze. Foto Stefano Miliani

È grave dire che il David di Michelangelo è un’immagine controversa e far dimettere una professoressa da una scuola per averlo mostrato in classe. Ma è una deriva in atto in mille manifestazioni, è un fenomeno da tenere attentamente sotto osservazione e non vorrei che si arrivasse a censurare: avviene già nei social media. Bisogna riaffermare che quanto è storicizzato non può essere modificato: vale per tanti simboli e anche per le statue all’aperto”. Storica dell’arte, Cristina Acidini commenta e riflette sul caso professoressa e preside della Tallahassee Classical School in Florida, Hope Carrasquilla, costretta a dimettersi e a perdere il lavoro per aver mostrato in una lezione in classe immagini del giovane eroe nudo scolpito da Michelangelo senza aver preavvisato genitori e alunni come se avesse portato a undicenni e dodicenni foto pornografiche. 

Cristina Acidini, fiorentina del 1951, tra vari incarichi è stata soprintendente di Firenze, dell’Opificio delle pietre dure, presiede l’Accademia delle arti del disegno, è autrice di numerosi studi sugli artisti del Rinascimento fiorentino incluso il Buonarroti e il suo capolavoro. Come studiosa e come funzionaria dello Stato la studiosa si è spesso misurata con le implicazioni e l’uso delle immagini d’arte. Al momento dell’intervista, il tardo pomeriggio di domenica, conosceva perfettamente la vicenda preside Hope Carrasquilla obbligata a lasciare la scuola. Non basterà ma magari potrà consolare la preside licenziata l’annuncio del sindaco di Firenze Dario Nardella: il Comune le darà un premio e la invita a vedere la scultura nella Galleria dell’Accademia diretta da Cecilie Hollberg.

Clicca qui per la Galleria dell’Accademia di Firenze

Acidini, come valuta quanto accaduto in quella scuola in Florida, negli Stati Uniti?

Il responsabile di quella scuola sostiene che nessuno ha usato la parola “pornografia”, quella sarebbe venuta fuori dalle comunicazioni successive e distorte e non abbiamo modo di controllarlo. Certo: un movimento di genitori anche se circoscritto ha obiettato contro l’atto della professoressa nel mostrare questa immagine. Soprattutto il responsabile o il superiore di colei che si è dovuta dimettere, sempre da quello che si legge, ha detto che i genitori e i ragazzi non erano stato preavvisati. Questa è la cosa grave. Ha parlato di immagine “controversa” perché prima di mostrare un’immagine “controversa” bisogna avvertire. È gravissimo che si consideri “controversa” un’immagine di un capolavoro dell’occidente. E si parla di un eroe della Bibbia, non di un dio pagano evocato in termini licenziosi e profani. Per me è l’aspetto più preoccupante.

È già accaduto?

Non da ora, è avvenuto con altre immagini, per esempio con la nascita di Venere del Botticelli e con altre figure nude della classicità: si considerano “controverse” come si considerano “controversi” i contenuti di determinati poemi e opere letterarie.

Secondo questa logica anche la Cappella Sistina con i suoi nudi diventa “controversa”.

Infatti tutta la Cappella è “controversa”, ha generato le brache a Cristo, ha corso il rischio di essere distrutta, non sono vicende del tutto nuove.

Però con i media di oggi decisioni simili acquistano una rilevanza internazionale che prima non avevano.

Ora investono tutto il pianeta. Credo che sia un fenomeno da tenere attentamente sotto osservazione. Di solito quello che inizia negli Stati Uniti arriva da noi qualche anno dopo o qualche mese vista la rapidità della globalizzazione. Qui non vorrei che si arrivasse a censurare: avviene già anche nei social media dove le immagini di quadri vengono tolte o manipolate. Bisogna elaborare un pensiero su cosa vogliamo che sia capito e compreso a livello planetario.

Cristina Acidini, storica dell'arte

Quale pensiero?

Che certe opere della creatività sono quello che sono, sono intangibili perché patrimonio dell’umanità, non sono modificabili. Ci adeguiamo a una sensibilità odierna che in realtà è sfaccettata, ha tante accezioni, abbiamo davanti un bivio. Quelle opere che hanno una storicizzazione non possono essere che considerate intangibili ma è un fenomeno che investe anche l’eliminazione di parole giudicate offensive ed è una follia.

Questi comportamenti sono così diversi da un certo integralismo islamico? Viene da pensare a quando a Roma, nel gennaio del 2016, le statue classiche di nudo dei Musei capitolini vennero coperte da pannelli bianchi in occasione della visita del leader iraniano Rohani e della sua delegazione.

Nel caso dei Musei capitolini non sappiamo chi aveva chiesto di coprire le statue, se era stata l’immaginazione di chi lo aveva predisposto per una pruderie verso gli ospiti: si rischia di essere più realisti del re e precedere desideri e sentimenti mai espressi. Penso anche a quanto era avvenuto all’Expo di Abu Dhabi nell’ottobre del 2021 quanto fu portata, a mio parere in maniera inopportuna, una copia del David: essendo quella figura monumentale un nudo, per non creare un certo imbarazzo tra i residenti venne infilata in un pozzo ed è delirante. Sarebbe stato meglio dare un’altra immagine che censurare quella portata lì come simbolo della grande arte. Sì, la strada è quella, se ripensiamo a tanti episodi si trova uno stesso fil rouge, una moralizzazione a posteriori con criteri sempre più complessi per le tante sensibilità, etnie, religioni, comunità. Ma per tornare alla scuola di Tallahassee è bastato che tre famiglie abbiano rilevato come impropria l’iniziativa dell’insegnante per arrivare alle sue dimissioni: le hanno messo davanti due tipologie diverse di dimissioni, non è una grande libertà.

È una deriva in corso?

Trovo ci sia una deriva in atto in mille manifestazioni. Anche iniziative come il coprire le statue sono pericolose: si arriva a limitare la libertà di apprezzare e di considerare patrimonio dell’umanità una cospicua parte dell’arte occidentale. Quanto è nei musei d’archeologia e d’arte diventa impresentabile. E se si guarda alle piazze? A Firenze in piazza Signoria si censurano il Perseo di Benvenuto Cellini, il romano e il sabino del Giambologna, l’Ercole e Caco del Bandinelli? Metti le mutande a tutto? Finora non è mai accaduto che con turisti di ogni etnia, religione o continente qualcuno abbia detto di sentirsi offeso per gli attributi esposti in quelle statue ma chi viene qui è preparato a incontrare immagini e riferimenti mentre è una forma di censura quando in una scuola da parte degli insegnanti si cerca di filtrare determinati contenuti. In un’intervista al responsabile di quella scuola in Florida ho letto che ai bambini viene mostrata la testa del David, ai ragazzi della media il torace muscoloso, ai più grandi tutto il resto. É singolare soprattutto per una parte del mondo che si proclama cristiana e che quindi dovrebbe vedere nel corpo umano la somma creazione divina. Il David e le statue classiche hanno una nudità totale innocente, scevra da ogni retropensiero.

Come arginare questo fenomeno?

Bisogna usare ogni canale possibile per riaffermare quanto ho detto adesso: quanto è storicizzato non è soggetto a essere modificato. Questo vale per tanti simboli e statue all’aperto. Anche buttar giù Cristoforo Colombo dalle piazze è pericoloso: è un revisionismo che censura chi a suo tempo si è comportato in modo che a suo tempo era lecito, è uno schiacciamento di prospettiva che impedisce di apprezzare cosa è accaduto nella storia, è astorico e antistorico. Quindi il lavoro è non stancarsi mai di raccontare la storia e capire che la storia è quel che è: non siamo oggettivi, ma ciò che è avvenuto non si può rinnegare. Questo almeno è il mio auspicio.

È una tendenza sconvolgente e pericolosa, no?

Sì, però non c’è da ora: tante istanze sembrano innocue ma vengono dal desiderio di rinnegare la storia e i nostri predecessori.

 

Stefano Milianidi Stefano Miliani   
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