Coco Chanel, la rivoluzione attraverso lo stile: non solo abiti ma un modo di essere
A Londra la grande mostra dedicata alla regina della moda: abiti, accessori e il celebre profumo che hanno cambiato la visione della donna. La stilista francese più celebre di tutti i tempi, è riuscita a conquistare le vette della moda con una visione nuova della donna e del suo modo di vestire
Il nome Coco Chanel richiama immediatamente alcune icone del Novecento: il profumo, il tubino nero, il completo in tweed. Ma la rivoluzione Chanel nella moda non è solo abiti e accessori ma soprattutto un modo di essere: l'eleganza facile da indossare, la bellezza nel comfort. Impresa ardua, nei primi del Novecento, quando il corpo delle donne era costretto da bustini, cinte rigide, gonne ampie e ingombranti e il bon ton richiedeva una mise diversa per ogni occasione. Gabrielle Bonheur Chanel, la stilista francese più celebre di tutti i tempi, è riuscita a conquistare le vette della moda con una visione nuova della donna e del suo modo di vestire. Al questa grande rivoluzione, che ha segnato mode e costumi degli ultimi cento anni, è dedicata "Gabrielle Chanel. Fashion Manifesto", la prima mostra nel Regno Unito dedicata a Chanel che ha aperto le sue scintillanti sale sabato 16 settembre al prestigioso Victoria and Albert Museum di South Kensington. Realizzata dal Museo in collaborazione con Paris Musées, Palais Galliera - Museo della Moda di Parigi e con il supporto di Chanel, l'esposizione sarà visitabile fino al 24 febbraio 2024.
Sono oltre duecento gli abiti esposti e realizzati in sessant'anni, dagli anni Dieci del Novecento quando la stilista, nata a Saumur nel 1883 e morta a Parigi a 88 anni, aprì la prima boutique di modisteria nella capitale francese, fino all'ultima collezione del 1971: un mondo di colori, tessuti, tagli e stili diversissimi accomunati da una continua ricerca dell'eleganza ma sempre con uno sguardo attento alla comodità.
Il tweed, il tubino, la borsetta e il profumo: i pezzi iconici di Chanel
Il completo in tweed, tra i modelli Chanel, è certamente il più conosciuto: versatile, facile da indossare eppure ricercato nei dettagli, dai bottoni-gioiello ai colori mai banali, l'abito venne reso ancora più famoso grazie alle tante celebrità come Laureen Bacall, Jakie Kennedy e Brigitte Bardot che lo indossavano. L'abito in tweed firmato Chanel ha resistito ai decenni ed è stato reinventato da Karl Lagerfeld, direttore creativo della Maison Chanel dal 1983 fino al 2019, con una linea più attuale e contemporanea.
Immancabile, nella mostra londinese, un altro capo iconico: il tubino nero, o LBD (little black dress), adatto per il giorno e la sera, semplice nella linea ma impreziosito da dettagli eleganti come perline, brillantini, velluto, seta e pizzo. Grande novità il nero, che fino a quel monmento era relegato al lavoro domestico o al lutto, per un vestito che venne definito “la Ford della moda” e preannunciato nel 1926 dalla rivista American Vogue come “l'abito che tutto il mondo indosserà”.
Tra i pezzi in mostra anche la celebre 2.55 (il mese e l'anno della sua presentazione), borsetta rettangolare in tessuto o pelle trapuntata ben riconoscibile grazie alla tracolla regolabile in maglie metalliche e alla chiusura girevole chiamata “Mademoiselle”, con tasche interne, tra cui quella per il rossetto, che la rendevano pratica. Oggi la 2.55, che viene ancora prodotta dalla Maison al costo di 9.700 euro, è un accessorio da collezione, e un modello usato può costare fino a sei – settemila euro. Impossibile nominare Chanel senza pensare al Numero 5, il profumo più innovativo mai prodotto fino a quel momento, realizzato dal profumiere francese di origine russa Ernest Beaux con oltre 80 ingredienti che si fondevano insieme in una fragranza unica e originale, presentato in una boccetta dalla linea semplice e squadrata che richiamava i prodotti di farmacia.
L'esposizione, che si snoda tra le sale del museo ottocentesco attraverso dieci sezioni tematiche, racconta Chanel anche nelle sue posizioni politiche durante il nazismo e la seconda guerra mondiale: sono anni sui quali studi recenti cercano di fare chiarezza grazie alla pubblicazione di nuovi documenti d'archivio. E proprio a questa parte così controversa è dedicata una sezione che mostra, accanto agli atti sulla collaborazione con funzionari nazisti, anche quelli che confermano un ruolo attivo nei movimenti francesi della Resistenza.
Una personalità ricca di sfaccettature, quella di Gabrielle Chanel, che ha influenzato profondamente l'immagine delle donne e degli uomini del Novecento attraverso una visione che ha superato la guerra, la crisi, il boom economico e ancora le crisi di fine secolo ed è arrivata fino ai nostri giorni con uno sguardo sempre nuovo sullo stile e sulla moda.