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Ecco come vivremo insieme dopo la pandemia: l'anteprima della Biennale di Venezia

La 17esima mostra dell’architettura di Venezia è curata dal libanese Hashim Sarkis e apre il 22 maggio. Parità tra opere di donne e uomini. Ci sarà un focus sulle moschee britanniche in tempi di “islamofobia”

Stefano Milianidi Stefano Miliani   
Biennale architettura Venezia mostra 2021
Bureau of Engineering, Michael Maltzan Architecture, Inc. / HNTB Corporation, “City of Los Angeles”, Sixth Street Viaduct. Courtesy Michael Maltzan Architecture

 

La prima notizia, sulla 17esima Biennale di architettura di Venezia 2021, non è cosa racconterà: quando l’epidemia è in corso la prima notizia è che si terrà e sarà da sabato 22 maggio a domenica 21 novembre. Lo ha confermato il presidente dell’ente veneziano Roberto Ciccuto in apertura della conferenza stampa online tanto per metterlo subito in chiaro: dopo il rinvio forzato a causa della pandemia nel 2020, quando era in programma, quest’anno l’appuntamento viene rispettato. “Sarà regolata da precisi protocolli”, chiosa. E per dare a Cesare quel che è di Cesare ha tenuto a ricordare che il curatore Hashim Sarkis è stato scelto dal suo predecessore Paolo Baratta e lui prosegue l’operato con convinzione.

Sarkis: come vivere di nuovo insieme dopo la pandemia?

Il titolo della mostra è “How will we live together?” e la cura il 57enne architetto ed educatore libanese Sarkis. Con un programma che avrà ampie diramazioni online, estensioni in settori come la danza della Biennale, mostre “satellite”, per Sarkis la pandemia rafforza l’interrogativo scelto come tema conduttore: “Come potremo vivere di nuovo insieme? L’architettura è di nuovo possibile dopo la pandemia? L’attuale pandemia globale ha senza dubbio reso la domanda posta da questa Biennale ancora più rilevante e appropriata, seppure in qualche modo ironica, visto l’isolamento imposto. In questo anno le ragioni che ci hanno portato a questa domanda sono diventate più forti: l’intensificarsi della crisi climatica, i massicci spostamenti di popolazione, le instabilità politiche in tutto il mondo, le crescenti disuguaglianze razziali, sociali ed economiche”.

A rafforzare il concetto l’architetto mette l’accento su simposi e incontri che saranno trasmessi online su argomenti cruciali per la sopravvivenza stessa del genere umano: dalla sostenibilità ai rifugiati, tanto per dirne alcuni. In questo scenario Sarkis ha ricordato Vittorio Gregotti, il progettista e teorico morto 92enne per Covid nel marzo 2020: “Un progenitore che ha messo l’architettura in rapporto alla situazione sociale e politica del suo tempo”. Come a ribadire: la disciplina e questo appuntamento vivono nel mondo, nelle nostre case, campagne e città, non negli studi delle archistar, pur se Gregotti lo era.   

Turner: raccontiamo tre moschee britanniche sullo sfondo dell’islamofobia

Che la Biennale Architettura voglia cimentarsi con temi spinosi lo conferma il curatore del Victorian & Albert Museum di Londra Christopher Turner, sempre su youtube. La Biennale e il V&A preparano un progetto speciale per il Padiglione di arti applicate con una collaborazione già avviata in passato. Avverte il curatore britannico: “Presenteremo tre moschee britanniche. Si parlerà di immigrazione e multiculturalità studiando le moschee di Londra e le relative comunità. Un edificio è stato una sinagoga, un altro un pub. Sullo sfondo di una islamofobia diffusa vedremo questa architettura emergente in Gran Bretagna e come si evolve. Sarà un evento internazionale importantissimo in un momento in cui le relazioni con i colleghi europei sono più importanti che mai”. Turner non ha citato la Brexit ma si capisce che la frattura con l’Ue è ineludibile, per i britannici e come per noi europei del continente.  

Parità tra opere di donne e uomini

Qualche informazione in più gioverà. La mostra internazionale, quella curata da Sarkis, comprende opere di 112 partecipanti “provenienti da 46 Paesi con una maggiore rappresentanza da Africa, America Latina e Asia”. Donne e uomini hanno “uguale rappresentanza” . L’esposizione “è organizzata in cinque ‘scale’ (o aree tematiche), tre allestite all’Arsenale e due al Padiglione Centrale: Among Diverse Beings, As New Households, As Emerging Communities, Across Borders e As One Planet”.

I Paesi ospiti salgono a 63, il Leone alla memoria a Lina Bo Bardi

I Paesi partecipanti salgono a 63 con quattro debuttanti: Grenada, Iraq, Uzbekistan e Repubblica dell’Azerbaijan. Saranno negli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia. Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini all’Arsenale è a cura di Alessandro Melis e lo firma come sempre il Ministero della Cultura attraverso la Direzione Generale Creatività contemporanea. Il Leone d’oro speciale alla memoria è stato assegnato Lina Bo Bardi, attivista,  architetto e designer diventata brasiliana, nata a Roma nel 1914 e morta a San Paolo nel 1992.

  

 

Stefano Milianidi Stefano Miliani   
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