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Banksy e la ragazza del Bataclan, l'intrigo internazionale per una porta scomparsa che vale milioni

"Ragazza triste", l’opera dello street artist più famoso al mondo al centro di un intrigo internazionale: la storia incredibile oggi viene raccontata da un docu-film su raiplay

Giacomo Pisanodi Giacomo Pisano   
Banksy e la ragazza del Bataclan, l'intrigo internazionale per una porta scomparsa che vale milioni

È il 26 gennaio del 2019 quando tre persone scardinano la porta del club Bataclan, teatro di uno degli attentati terroristici più cruenti che l’Europa abbia vissuto. Qui il 26 novembre del 2015 un commando di estremisti islamici ha ucciso 130 innocenti e ne ha ferito 413 in modo grave. Lo street artist Banksy, sempre attento a tematiche di interesse sociale, ha onorato le vittime decorando la porta del club con una sua opera intitolata “Ragazza triste”. Oggi un docufilm, visibile su RaiPlay a questo link ci racconta questa storia incredibile.

Il mistero della porta scomparsa

Lo sdegno per questo furto sembra scuotere tutta l’Europa: uno sfregio al ricordo delle vittime, un furto d’arte su commissione privata, un collezionista di macabri souvenir. Nessuno sa esattamente perché l’opera è stata trafugata né che fine abbia fatto fino al giugno del 2020, quando, in un casolare della provincia di Teramo, fanno irruzione i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale insieme agli ufficiali della Polizia Giudiziaria francese e la trovano lì, avvolta in un lenzuolo. Le forze dell’ordine avevano svolto un attento lavoro di indagini per ritrovare quella che non è solo un’opera d’arte, né tantomeno solo una porta, ma un vero simbolo di memoria collettiva e volontà di rinascita. Otto persone sono state processate e arrestate per il furto, ma la vicenda non si è ancora conclusa.

Bufera legale

Anche se l’opera si trova al sicuro è partita una controversia legale che vede contrapposti i proprietari dello stabile del Bataclan e la città di Parigi che se ne contendono la proprietà. Certamente l’artista non immaginava che un così delicato omaggio potesse suscitare squallidi interessi economici e tantomeno sgradevoli cause in tribunale. La street art continua ad essere al centro di dibattiti che spaziano dai problemi legati alla denuncia sociale e al loro valore di baluardo e resistenza contro mali del nostro tempo come la gentrificazione, fino però al coinvolgimento delle grandi case d’asta e delle gallerie nella gestione di artisti e dei loro prodotti.

Banksy e la ragazza del Bataclan

È il film diretto da Edoardo Anselmi che ripercorre l’avventurosa storia di questa porta e delle tante persone coinvolte attraverso interviste e ricostruzioni, con uno sguardo attento e obiettivo sui molteplici aspetti legati al furto, al mercato clandestino e alla necessità di ritrovare un senso di umanità e comunità che ponga dei limiti agli interessi personali.  Prodotto da Gioia Avvantaggiato per GA&A Productions e Guilhène Iop per Tinkerland, in coproduzione con ARTE G.E.I.E., RAI Cultura e Luce Cinecittà in collaborazione con RAI Teche, RTS Radio Télévision Suisse e RTBF il documentario è testimonianza della cronaca recente e del grande valore storico legato alla vicenda e pone dpiù di un interrogativo al mondo dell’arte e alla società. Nonostante la complessità del caso la scelta di un linguaggio fresco e di una regia agile rendono il documentario avvincente, curioso e soprattutto fruibile per tutte le fasce d’età

“Produrre un documentario per raccontare questa storia è stata una grande responsabilità prima ancora che un motivo di orgoglio – dice Carlo Ghiani, producer e ricercatore d’archivio - una responsabilità nei confronti delle vittime degli attentati e delle loro famiglie, cui è dedicata l’opera di Banksy, ma anche nei confronti della comunità internazionale, che ha seguito con partecipazione gli eventi legati al Bataclan e al destino della ‘Ragazza triste’, dal suo furto al ritrovamento”.

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